
Tenere un registro contabile in pieno ordine e nel rispetto del criterio di
trasparenza è una sicurezza sia per il condominio amministrato, che per l’eventuale amministratore entrante, il quale si trova spesso di fronte a situazioni di bilancio a dir poco sconcertanti.
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Tralasciando i discorsi inerenti la chiara
malafede che spesso si traduce in reati per gli ex amministratori, ci occupiamo oggi di una sentenza della Suprema Corte Costituzionale che farà sicuramente discutere gli operatori del settore. Nella sentenza, sembra proprio che si giustifichino quegli ammanchi di cassa che possono riguardare il “nero”. Vi si legge, infatti, che un
“importo assolutamente insignificante può trovare giustificazione in pagamenti effettuati senza rilascio di fatture o ricevute e neppure contabilizzati perché di modestissimo valore”.
La risposta degli ermellini a questa doglianza, quindi, da un lato presta il fianco ad interpretazioni che in futuro potrebbero far davvero discutere, dall’altro trova la ratio nella necessità della “volontà” per far riscontrare il
reato di appropriazione indebita, reato che sicuramente nei casi in cui si verifica del “nero”, non può essere riscontrato.